bosco

bosco | Antonio Vangone

 

In un mondo vecchio come il nostro, la notizia che nella fontana ci fossero dei pesci coi piedi fece presto il giro.

Il bosco è il margine della vita umana, il confine oltre il quale l’urbano sfuma nelle forme più inattese. Ma il bosco è anche vivere comune, orizzonte in cui singolo e plurimo si mescolano fino all’indistinguibile.
Qui si aggirano ragazzi dorati, suore mattonaie e duellanti con le spade di gomma, pesci coi piedi, piccioni e draghi, robot poetanti e mezzi spiriti: fantasmi venuti dal bosco per narrare la crudele fragilità del reale.

Rassegna stampa

dantès – la trasmissione che non vuole avere frettasebastiano quarelli scrive di bosco. leggi qui.
“addentrarsi in questi racconti è come camminare in mezzo agli alberi di una macchia. ogni angolo è una storia che può avere punti in comune con la precedente o essere di tutt’altra natura.”

 

alberto paolo palumbo recensisce bosco su magma magazine. leggi l’articolo qui.
“Queste prose brevi mettono in gioco la nostra percezione invitandoci a entrare nel bosco della nostra quotidianità per conoscere vite marginali, fuori dai soliti canali mainstream, ma che sono tanto simili a noi: si tratta, infatti, di modi di vivere una stessa quotidianità – che sia il lavoro, la famiglia, la scuola o la religione – ma filtrata in maniera nuova, quasi a voler essere un elogio della pluralità di sguardi e di esperienze del reale.”

 

mercuzio and friendsmarco ferreri scrive di bosco. leggi la recensione qui.
Bosco non è soltanto un raggruppamento di primi violini, ma una vera e propria orchestra sinfonica in cui ogni elemento letterario deve essere messo in correlazione con i precedenti e con i successivi per evocare l’atmosfera generale. Un’atmosfera sospesa tra l’onirico e il tangibile, tra l’interiorità e la sfera sociale, tra i desideri repressi e gli sfoghi estemporanei, dove si urla sommessamente o ci si rinchiude in silenzi assordanti.”

 

cartesensibilifernanda ferraresso scrive di bosco. leggi la recensione qui.
“La presenza del dialogo, nei racconti, resta forse l’unica traccia di quella aspettativa di relazione che pare destinata a subire continue delusioni. Alienazione, conformismo, omologazione, consumismo, ritmi impossibili restano le tematiche di questa interrogata mondanità in cui siamo tutti calati…”

 

romano a. fiocchi recensisce bosco su nazione indiana. leggi l’articolo qui.
“… se l’ironia bene o male è sempre presente, in alcuni racconti di Vangone affiora un’assenza che si impone come una sua cifra stilistica. È una specie di punto vuoto, un anti-Aleph che sostiene il meccanismo narrativo, in pratica un dettaglio importante che viene intenzionalmente omesso. A volte il lettore non se ne rende neppure conto.”

 

antonio pagliuso recensisce bosco su glicine rivista. leggi l’articolo qui.
“Quella che Antonio Vangone ci propone in Bosco è una scrittura sperimentale, scollata da schemi narrativi e obblighi che hanno a che vedere più con le dinamiche editoriali che con la letteratura.”

 

quaderni d’altri tempilivio santoro recensisce bosco. leggi l’articolo qui.
“Vangone sembra voler dichiarare un’intenzione su tutte, ovvero smarrire consapevolmente la strada maestra che percorre e taglia le geografie del suo bosco letterario, in favore invece dell’utilizzo di sentieri laterali, stradine impervie, tracciati poco o per nulla battuti che affondano nella vegetazione incontinente…”

 

l’appeso segnala bosco tra i nuovi arrivi in libreria nel Sessantaseiesimo bollettino settimanale di letteratura, arti e cultura.

 

poetarum silva pubblica ragazzo dorato, un racconto tratto da bosco, con un’introduzione di giulia bocchio. leggilo qui.
“… i racconti che compaiono all’interno della raccolta (…) sono inclassificabili, acutamente assurdi, indigesti e quindi magnetici.”

 

claudia putzu intervista antonio vangone a proposito di bosco per degrado rivista. leggi l’intervista qui.
“ogni giorno vengono pubblicate dozzine di libri che discutono questa o quella problematica sociale, e alcuni lo fanno benissimo; tuttavia la maggior parte di queste opere dichiara le sue problematiche in modo talmente assertivo da poter raggiungere solo chi è già convinto della necessità sociale della loro fruizione. il vivere immersi nelle casse di risonanza create su misura per noi dagli algoritmi rende le nostre coscienze inscalfibili.
in bosco ho cercato di condurre chi legge in questi angoli bui senza avvisi e cerimonie, lasciando la libertà di individuare o meno le sofferenze come tali.”

 

crunchedmaria teresa renzi-sepe recensisce bosco. leggi l’articolo qui.
“Antonio Vangone ci fa entrare nei microcosmi delle vite con il macrocosmo del linguaggio. Il tutto in neppure cento pagine – il che ha del godurioso.”

 

cattedrale pubblica guardare il sole, un racconto estratto da boscoleggilo qui.
“In un mondo vecchio come il nostro, la notizia che nella fontana ci fossero dei pesci coi piedi fece presto il giro. La fontana è lì da sempre, bassa e obliqua, vuota o piena a seconda di chi dovrebbe ricordarsene, grigia, stesa all’angolo di una piazza altrettanto grigia popolata da cani senza guinzaglio e lettori di quotidiani, eclissata dalla brutta statua del limite ignoto e dalla strana sfera che dovrebbe rappresentare la Pace, circondata di manifesti gualciti, necrologi avvisi pubblici nuove aperture.”

 

radioquestaseragianluca garrapa intervista antonio vangone su bosco. puntata del 19 maggio 2024. ascolta il podcas qui.

 

l’indiependente ospita condominio “parco dei pini”, un racconto da bosco. leggilo qui.
“Rincasando una notte tarda di compagnia divertimenti piaceri, infilata la chiave piatta nel portoncino piano per non fare rumore, passerai di fronte al gabbiotto di vetro e legno scuro e vedrai il portiere dormire accasciato sulla sua sedia ergonomica, dorme mentre ti saluta e ti presenta un pacco arrivato nel primo pomeriggio…”

 

satisfictionpierangelo consoli recensisce bosco. leggi l’articolo qui.
… Vangone è uno scrittore di forma, più che di contenuti. Il suo obiettivo è la lingua, la manipolazione del linguaggio, lo studio dei limiti dell’espressione.”